Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco.
martedì 12 maggio 2009
Vangelo del giorno 12 maggio
Gv 14,27-31a
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Le parole di Gesù tradiscono il “mondo di amore” in cui tutta la sua vita si svolge: “Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco”. In questa parola cogliamo il mistero della croce di Gesù e che cosa intende Gesù per “amore”. È dare la vita, perderla, pur di far vivere qualcuno.
Con il suo dono della vita Gesù non solo si mette dalla nostra parte, ma si mette anche dalla parte del Padre. Mostra il suo personale amore per l’umanità, per il Padre, e nello stesso tempo mostra l’amore del Padre per ogni sua creatura, ogni suo figlio.
È qui il segreto della “pace”. La pace più che nella certezza di una vita piena, realizzata, senza problemi… trova la sua fonte vera – per chi crede – nella certezza che mai nulla ci potrà separare dall’amore del Padre. Neppure il male che possiamo commettere.
Nel dono di Gesù il Padre si è legato a noi, sue creature. Ci chiede di rimanere in Lui, ma lui è già dalla nostra parte. La pace del discepolo non può che nascere dalla “compagnia” che Gesù ha promesso: “Vado e tornerò da voi”. La pace è figlia del credere all’amore del Padre, realizzato in pieno nel dono della vita, per amore, di Gesù.
Ti ingrazio Padre, fonte dell’amore e della pace. Vita della mia vita.
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