Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
1 commento:
Oggi è la festa del “tredicesimo apostolo”, Mattia. Uno – come si legge negli Atti degli Apostoli – “che è stato compagno per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi”. Il sostituto di Giuda. Potremmo quasi dire: un frutto del tradimento di Giuda.
Mattia è un apostolo “acquisito”, ma non per questo un mezzo apostolo. È come gli altri. Ha vissuto con Gesù e la comunità dei discepoli. Ha accolto l’invito a “rimanere” nell’amore di Gesù.
Un rimanere impegnativo. Chiede l’amore, quello vero, che porta al “dono della vita”.
Un rimanere, allo stesso tempo, consolante, perché ci rende amici e ci toglie dalla condizione di servi. Possiamo frequentare la casa dell’amico, condividerne i segreti di famiglia.
Un rimanere capace di prendere sul serio il male del fratello, le sue scelte contro l’amore e portarle a compimento, farle diventare possibilità di una vita nuova.
Un rimanere che fa diventare responsabili, fa diventare “frutto”.
Il segreto degli apostoli, quello insegnato dal Maestro, è quello di trovare vita e gioia nell’amore donato e ricevuto.
Un segreto mai veramente realizzato nella mia vita. Sempre in un qualche modo incompiuto. Un segreto che mi chiama alla gratuità. La gratuità di chi fa di se stesso il dono più grande.
Sono io – siamo noi – il “tredicesimo apostolo”. Chiamati insieme – come Mattia – testimoni della risurrezione di Gesù.
E la testimonianza che possiamo consegnare al nostro tempo, alle persone che stanno con noi, è che si può vivere l’amore del Padre, realizzandolo nel dono per il fratello e la sorella che vivono con me.
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