sabato 4 aprile 2009

1 messaggio ricevuto


Carissimo/a, questo MSG è x te!


Quando ti arriva un sms, guardi con curiosità il display del tuo cellulare, muovi le dita, fai scorrere le parole con grande velocità per capire subito chi ti scrive e cosa vuole. Finora penso di non essere nell’elenco dei tuoi contatti, ma vorrei che mi sentissi come un amico. Sei sorpreso? Ti sembra strano che voglia scriverti? Credimi, non è così! È da tempo che volevo farlo, per dirti che penso spesso ai giovani, ai vostri sogni, alle vostre paure, al vostro desiderio di amicizia e di verità. Non mi sorprendono alcune stranezza giovanili e ammiro il vostro entusiasmo. Nelle visite alle parrocchie mi capita di incontrare quei ragazzi che sono impegnati in qualche attività: è bello poter vedere la loro gioia e la loro ricerca di risposte autentiche ai grandi perché del cuore umano; qualcuno offre la sua vita per gli altri. Forse anche tu conosci qualcuno che regala un po’ del suo tempo gratuitamente. Però vorrei dire anche a quei giovani che non incontro, che la loro vita mi interessa e che davanti a Dio restano unici e speciali: per ognuno c’è una mission. Mi dispiace se qualcuno si è allontanato dalla Chiesa: forse è anche un po’ colpa nostra se non siamo sempre riusciti a mostrare la bellezza e la verità di Gesù.

Io so che certi tuoi comportamenti, certi tuoi discorsi e perfino certe esagerazioni nascono da una domanda: “Cerco un senso per l amia vita! Dove lo trovo, se tanti mi dicono che un senso non c’è? Perché assumere allora la vita?” Tu forse non lo sai, ma è Gesù che stai cercando o meglio è Lui stesso che ti cerca per darti una pienezza di vita. Forse ti sembra il “signor-No”, quello che dice ciò che non devi fare. Ma attento: tu cerchi amici veri, cerchi relazioni belle: Gesù ha creduto nell’amicizia fino alla fine, ha chiamato “Amico” anche Giuda mentre stava per tradirlo. Tu cerchi coerenza, parole vere, senza doppi giochi; ora quello che Gesù diceva lo faceva: il suo amore è stato fedele, fino a dare la vita; “non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i proprio amici”: così è stato Gesù! Tu quando sbagli forse vorresti azzerare tutto e poter ricominciare di nuovo.: Gesù ti dice “alzati” e ti dà fiducia ancora; non è nel mondo per giudicare, ma per salvare. Egli ti dà fiducia anche se avessi sbagliato: vorrei farti provare la gioia di Pietro, quando Gesù, non solo lo perdona dopo essere stato rinnegato, ma gli affida la sua Chiesa. Gesù è uno che ha coraggio, che sa ascoltare, che crede nella bontà del tuo cuore e vuole arricchirla. Per me non sei soltanto il futuro della società e della Chiesa, sei già il presente.

Oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, vorrei far giungere a te come a tutti i giovani trentini il mio messaggio di fraternità e paternità, non per essere padrone della tua vita, ma servitore della tua gioia. Lo so, spesso invece noi adulti nascondiamo la grandezza di cristo con i nostri comportamenti egocentrici. Ricordaci con la tua partecipazione che abbiamo la responsabilità di incoraggiare le tue attese e le tue speranze, la tua ricerca di strade innovative e belle e di mostrarti, con la nostra coerenza di vita, che questo è possibile. Ricordaci anche che la Chiesa non è un gruppo di perfetti, ma di amici che hanno trovato con Gesù un’amicizia speciale e vogliono una vera fraternità per tutti, progredendo nell’altruismo.

Oggi più che mai metto la tua vita nelle mani della persona più importante per me: Gesù di Nazareth. Lui, ti assicuro, non mi ha mai tradito, mi ha sostenuto e accompagnato nei miei sogni, nella mia maturazione e nella mia ricerca della felicità. Sai, Dio non è fuori moda: lo ho visto nel mondo intero. Dio vuol fare di te uno che possa dare un contributo nella storia. Nona vere orizzonti piatti, ma una visione ampia e guarda a coloro che ti dimostrano, con la concretezza della loro vita, la bellezza del nostro Dio.

Con amicizia e stima, Luigi, per te vescovo.



Vangelo del giorno 4 aprile

Gv 11,45-56

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.

Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.

Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

venerdì 3 aprile 2009

Da piazza San Pietro ad Harvard Square

“Non abbiamo trovato nessun legame tra l’uso del preservativo e un minore tasso di infezioni da HIV, che dovremmo essere in grado di valutare dopo 25 anni di epidemia diffusa, e dire se questo tipo di intervento funziona”. Questo asserisce Edward C Green, direttore del AIDS Prevention Research Project del Harvard Center for Population and Development Studies, in risposta ai commenti della stampa papale in viaggio in l’Africa questa settimana. Benedetto XVI, in risposta alla domanda di un giornalista francese che gli chiedeva di difendere la posizione della Chiesa nella lotta alla diffusione dell’AIDS, descritta dal giornalista come “spesso considerata irrealistica e inefficace”, ha detto: “Il problema dell’AIDS non può essere vinto da slogan pubblicitari. Se l’anima manca, se gli Africani non si aiutano vicendevolmente, il flagello non può essere risolto distribuendo preservativi; anzi, si rischia di peggiorare il problema. La soluzione può arrivare solamente da un duplice impegno: per prima cosa l’umanizzazione della sessualità, in altre parole il rinnovamento spirituale e umano che porta a un nuovo modo di comportarsi gli uni con gli altri; in secondo luogo, la vera amicizia, soprattutto con chi soffre, cioè una disponibilità (anche attraverso il sacrificio personale) di essere presente con coloro che soffrono. E questi sono fattori che aiutano e portano un progresso tangibile. “Il Papa ha ragione”, dice Edward Green al National Review Online mercoledì, “o messa giù in un altro modo, la miglior prova che abbiamo oggi appoggia i commenti del Papa. Egli ha insistito sul fatto che è stato provato che l’uso del preservativo NON è efficace a ‘livello della popolazione’”. “C’è un forte legame, dimostrato dalle nostre migliori ricerche, incluso l’ U.S.-funded ‘Demographic Health Surveys’”, aggiunge Green, “tra una maggiore disponibilità e l’uso del preservativo e un maggiore (non minore!) tasso di infezione da HIV. Questo potrebbe essere causato, in parte, da un fenomeno noto come “compensazione del rischio”, cioè quando si usa un “metodo” che abbassa il rischio, come i preservativi, spesso si perde il beneficio (cioè si perde la riduzione del rischio), perché si “compensa” o si corrono maggiori rischi di quelli che si correrebbero senza il metodo che riduce il rischio. Green aggiunge: “Ho notato inoltre che il Papa ha detto che la monogamia sarebbe la miglior risposta del singolo contro l’AIDS, invece che l’astinenza. Infatti la migliore e più recente prova empirica dimostra che la diminuzione del numero di partner sessuali multipli e simultanei è il più importante cambiamento nel comportamento del singolo, in relazione alla riduzione del tasso di infezioni da HIV(l’altro fattore importante è la circoncisione maschile)” E intanto, come Travis Kavulla scrive su Kenya Today, i media internazionali ignoreranno tutte le nuove storie sulla chiesa e sulla crescita della civilizzazione in favore di una più sessuale, anche se è una trama fin troppo familiare; Green ha qualche novità incoraggiante: il Papa non è solo. “Sempre più esperti di AIDS sono prossimi ad accettare quanto sopra. Le due nazioni con le peggiori epidemie di HIV, cioè Swaziland e Botswana, hanno entrambe lanciato una campagna per scoraggiare partner sessuali multipli e simultanei e per incoraggiare la fedeltà”. Il Papa ha aggiunto durante lo stesso Q&A : “Direi che il nostro duplice sforzo è innazitutto quello di rinnovare la persona umana internamente, di dare forza spirituale e materiale a un modo di comportarsi che sia giusto nei confronti del proprio corpo e quello degli altri; ed è, in secondo luogo, in questa capacità di soffrire con coloro che soffrono, di rimanere saldi in situazioni difficili. Abbiamo anche bisogno, in altre parole, di trattare le persone come tali. Ragionare con loro e mostrare loro che c’è una via migliore per vivere, rispettosa di loro stessi e degli altri. E’ un messaggio di senso comune che non è follia se si è in Africa o se si ha a che fare con dei lunatici adolescenti americani. E’ un messaggio duro da ascoltare sugli stessi, vecchi e stupidi dibattiti, parodie e congedi. Ma è un messaggio basato sulla vita reale e è riconosciuto non solo in piazza San Pietro ma anche in Harvard Square.

Medjugorie messaggio del 2 aprile (Mirjana)


"Cari figli! L’amore di Dio è nelle mie parole. Figli miei, è l’amore che desidera volgervi alla giustizia e alla verità. E’ l’amore che vi vuole salvare dalle vostre illusioni. E voi, figli miei ? I vostri cuori rimangono chiusi. Sono duri. Non rispondete alle mie chiamate. Non sono sinceri".
Mirjana ha sentito un forte dolore e ha pregato che non ci abbandoni.
La Madonna ha detto: "Con Cuore materno prego perché voglio che voi tutti risuscitiate in mio Figlio. Vi ringrazio".

Vangelo del giorno 3 aprile

Gv 10,31-42

Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 3ra, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

giovedì 2 aprile 2009

Vangelo del giorno 2 aprile

Gv 8,51-59

In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

mercoledì 1 aprile 2009

Vangelodel giorno 1 aprile

Gv 8,31-42

Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.

lunedì 30 marzo 2009

Vangelo del giorno 30 marzo

Gv 8,1-11

Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».