Mt 25, 31-46
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
lunedì 2 marzo 2009
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1 commento:
La settimana si apre con questo testo di Matteo che ci pone davanti al misero della vita, visto dalla sua conclusione. Ci aiuta a capire quale ne debba essere il respiro: una sensibilità umana vera, dilatata.
La vita si apre al “più piccolo”. Alla nostra sensibilità, talvolta poco educata e spesso incline alla “legge della giungla” – la legge del più forte –, viene proposto un cammino di conversione. Un cammino che ci fa sentire sempre più, e sempre meglio, gli uni parte degli altri. Un cammino che ci fa sentire la situazione del fratello come qualcosa che ci riguarda personalmente.
Non c’è nulla di meglio di un tempo di crisi per scoprire quanto siamo lontani dal respiro nuovo del Vangelo. Siamo attratti dall’aria viziata del ripiegarci su noi stessi e sulle nostre questioni. Al massimo ci si apre a chi può contraccambiare. Ci si apre al “forte”, difficile aprirsi al “più piccolo”. Gesù lo sa. Conosce la naturale resistenza dei suoi discepoli. La resistenza che ci impedisce di crescere naturalmente in “umanità”.
Mi piace che il “giudizio” sia costruito sulla qualità della mia umanità e sulla qualità del mio essere persona. Non sarò giudicato sulle conoscenze teologiche… non sarò giudicato sulla frequentazione di chiese… non sarò giudicato sulla quantità di parole per pregare… sono giudicato ogni giorno su quanto ho preso sul serio la mia umanità. Questo perché Dio ha preso sul serio la nostra umanità, con la sua incarnazione.
L’incarnazione del Figlio ha unito definitivamente “divinità e umanità”. Ha fatto sì che la strada per giungere alla vita piena sia questa vita; per giungere alla pienezza di figlio l’essere fratello e sorella…
Ti chiedo, mio Signore, aiutarmi a dilatare oggi il mio cuore… per diventare sempre più uomo dal cuore di carne, sensibile e attento al “più piccolo”…
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