Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
1 commento:
Sono i gesti le parole di Gesù. Entra nella casa di Simone… si china sulla suocera di Simone… impone le mani su ogni infermo … Fa nascere nel cuore di chi ha vissuto una giornata con lui il desiderio di “cercarlo” e di “trattenerlo”. Non lo vogliono perdere. È la loro salvezza. Lo hanno sperimentato nel vivere quotidiano.
La risposta di Gesù – e il suo andare altrove – non la sento come un rifiuto, ma come un prendere coscienza che una volta “visitato e trovato” dalla sua Parola – la buona notizia – sono “salvato”, tirato in piedi. Sono reso capace di “alzarmi” e “servire”, dire con le mie labbra che in Gesù è la salvezza.
Forse dimentico che “sono stato visitato”. È allora che mi sento solo, incapace a tutto. Quando pretendo di essere io la fonte della mia salvezza. Oggi sono chiamato a “lasciarmi visitare” – come ogni giorno – dalla Parola che salva, che cambia i rapporti tra gli uomini, se ascoltata. Oggi sono chiamato a non tacitare il mio bisogno di essere trovato e sanato e di stare in piedi “servendo” chi mi sta accanto.
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