Mt 7,1-5
Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
1 commento:
Se non so “dire per davvero” Padre, mi risulta difficile comprendere il vangelo di oggi, è difficile avere davanti “l’occhio del tuo fratello”… Dire padre, fratello… è cosa troppo scontata per noi che ci diciamo cristiani. Rischiamo di ridurre la forza dirompente di queste familiari parole che Gesù ha scelto per identificare il rapporto del discepolo con Dio – Padre – e con l’uomo – fratello –. L’ipocrisia sta nella superficialità con cui maneggio queste “parole” decisive per il mio essere discepolo di Gesù... l’ipocrisia sta nel giudizio che nasce dall’incapacità di vedere davanti a me un uomo, una donna – come me – in carne ed ossa... l’ipocrisia sta nel fatto di chiedere di accogliere la correzione prima di aver accolto in me la pienezza dell’amore del Padre… l’ipocrisia sta nel fatto di non sentirmi generato, ma di credermi auto-generato, indipendente da chiunque, al di sopra di ogni cosa… l’ipocrisia nasce quando non mi reputo “figlio” tra fratelli…
Ho bisogno di essere figlio, di sentirmi amato come tale, per guardare con amore negli occhi mio fratello… non alla ricerca di pagliuzze, ma alla ricerca dell’immagine del Padre impressa in ogni mio fratello e sorella.
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