sabato 17 ottobre 2009

vangelo del giorno 17 ottobre 2009

… abitati … Lc 12,8-12

Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.

Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.

Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

1 commento:

GiMI ha detto...

Sono chiamato alla testimonianza, a “riconoscere” Gesù davanti agli uomini. Accolgo questa chiamata, ma riconosco la mia fragilità. La mia “paura” delle reazioni degli uomini. A volte preferisco “tacere” con la vita e con le parole. Non nego che ci sono giorni in cui riduco la fede a un atto intimo, da custodire gelosamente dentro di me oppure in una serie di riti. La testimonianza – vivere come Gesù – è sempre “difficile”.

Anche Gesù in qualche modo lo riconosce. Mi chiama in modo inequivocabile a testimoniarlo ma mi dice anche che “sarò perdonato se parlerò contro di lui”. In un qualche modo accetta le mie paure e resistenze. Ciò che non può accettare è quando io rifiuto di proposito il fatto di essere “abitato” dallo Spirito di Dio. Quando credo di essere lasciato da solo. Quando non mi sento più “figlio”. La bestemmia grande non è una parola più o meno colorita contro Dio, è quella di non sentirmi più figlio. Di sentirmi “fuori casa” e di non poterci più rientrare. Posso avere paura. Posso nascondermi. Posso parlare contro Gesù… ma non devo sentirmi figlio abbandonato. Lo Spirito di Dio grida ogni giorno dentro di me. Anche nel giorno più duro. Anche nel giorno delle lacrime. Anche nel giorno in cui tutto sembra perso… Gesù mi invita anche oggi alla “speranza” che nasce dall’essere figlio mai abbandonato. È il più alto atto di fede. Che oggi rifaccio mio. Oggi chiedo che nelle fatiche della vita, nelle sconfitte più forti, possa sentirmi figlio abitato dallo Spirito del Padre