«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
1 commento:
Nel nostro paese in questi ultimi tempi c’è una specie di “gara” a chi è più cristiano e chi meno. Tutti vantano “radici cristiane”. Anch’io. Il vangelo di oggi mi offe un criterio per giudicare le mie “radici” e dove le ho poste.
C’è un legame intimo tra la “radice della personalità” – il cuore, dice il vangelo – e il comportamento esterno. Ciò che conta non è tanto e solo l’agire esterno conforme a un codice di norme, ma la verifica del “cuore”. Una vita autentica, da discepolo, nasce da un cuore “buono”, dalla coscienza illuminata e pura. Ancora meno conta il mio “invocare” il nome del Signore, magari in celebrazioni perfette stilisticamente e liturgicamente, oppure in professioni di fede verbalmente ortodosse. Conta da dove vengono le parole, da quale “cuore” e cosa producono nella mia vita. Come la rendono, insomma! E ogni volta che guardo la produzione della mia vita noto lo scavo fatto, ma anche quanto ho da scavare…
Si tratta di “scavare molto profondo”. Il rapporto discepolo-maestro si realizza nel “profondo”, del mio cuore, della mia coscienza, ma anche nella costante adesione al cuore delle parole e della vita del maestro, Gesù. La verità della mia vita di discepolo è nell’ascolto e nella pratica della parola e della vita del maestro. Ascolto e pratica che “lavorano” il mio “cuore” e la mia coscienza e rendono i frutti coerenti con quanto dico di credere.
E allora oggi: “avanti con lo scavo”. È questo che mi interessa. Arrivare a porre le radici, le fondamenta della mia vita al cuore della parola e della vita del maestro.
Posta un commento