lunedì 6 aprile 2009

Vangelo del giorno 6 aprile

Gv 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

1 commento:

GiMI ha detto...

Entriamo nella settimana santa con il profumo dell’olio di Betania che si espande anche nella nostra giornata. È il profumo della gioia ritrovata. Il profumo che si espande nella casa di Lazzaro, l’uomo che era stato riportato in vita. È la fragranza della felicità della vita ritrovata. L’aroma della vita ridonata.

Il gesto di Maria, giudicato esagerato da chi “quantifica” la vita, è il gesto della pura gratuità che prefigura il gesto massimo del dono di sé che vivremo in questi giorni. Il dono della vita per amore che Gesù compie sulla croce.

L’aroma di questi “trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso” è il segno del vero Profumo che ha coperto e spazzato via il “fetore” della morte di Lazzaro e di ogni morte presente nella vita di ciascuno di noi.

Entriamo nel mistero di quell’uomo che spezza il prezioso “vaso” della sua vita per far respirare aria nuova a ciascuno di noi. Non più l’aria viziata della morte, delle lacrime, della delusione, della paura… ma l’aria fresca dell’amicizia ritrovata, dello stare nuovamente a tavola insieme, dell’amore condiviso. Il profumo della vita.

Dove l’aria è buona, respirabile, si può “accorrere”… e si può credere.

Ti ringrazio Signore per il dono della tua vita, che rende profumata la mia esistenza.