Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 3ra, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
1 commento:
Abbiamo un grande bisogno di arrivare “in quel luogo” al di là del Giordano, dove tutto ha avuto inizio, per ripartire alla scoperta di Gesù.
Alla scoperta di quest’uomo che si fa Dio. Alla riscoperta di Gesù come di colui che salva la nostra vita; alla riscoperta del suo essere figlio del Padre e del nostro essere figli del Padre.
Gesù invita chi ha “la pietra in mano”, pronto al rifiuto e alla violenza, a ragionare, a guardare le sue opere. Lascia che si parta da lontano, non chiede immediatamente la fede, l’adesione incondizionata a lui. Anche chi lo va a cercare al di là del Giordano parte dalla parole di Giovanni per arrivare a credere in lui. A Gesù sembra quasi non interessare da dove si parte nella ricerca. Interessa la ricerca.
Chiede di tornare in disparte. Di fermarsi. Di andare in profondità nel suo mistero, nel mistero della sua umanità. Ci fa tornare a guardare al mistero della sua incarnazione. Tra pochi giorni saremo chiamati a contemplarlo nella sua passione per amore. Lì ci chiederà di “credere” che in Lui si realizza la salvezza offerta dal Padre a ogni suo figlio.
Oggi ci chiede di uscire dalla mischia. Quasi di entrare in un “luogo sereno” per lasciarci interrogare dalle sue domande. Dalle domande che la sua vita, le sue opere, possono far nascere in noi. Uscire dalle nostre sicurezze, per lasciarci avvolgere dai “dubbi” che con la sua vita insinua nella nostra. Uscire dalla voglia di risolvere tutto in fretta, guardando al parziale, al frammento, alla parola, per ricucire la nostra vita come una grande tela.
Solo dalla “fatica” che nasce dal ritirarsi e lasciarsi interrogare dalla vita di Gesù, può originare l’occhio e il cuore capaci di contemplare il mistero della pasqua. Unico luogo di salvezza gratuita per amore.
Aiutami, Padre, a guardare alla vita di Gesù, ai suoi segni, alle sue parole, per vedere nella sua umanità la tua presenza salvifica.
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