giovedì 5 novembre 2009

Vangelo del giorno 5 novembre 2009

“… tutti… uno…” Lc 15,1-10

Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:

«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

1 commento:

GiMI ha detto...

Tutti – uno… è in questo “gioco del Padre” che ci mette il Vangelo di oggi. Gesù è avvicinato ed è per tutti… ma va a cercare ciascuno, nella sua unicità. Gesù non è semplicemente nel mucchio, dove spesso tutto è confuso. Gesù è nella vita, per la vita, del singolo. Il Padre gode della salvezza di “un solo peccatore che si converte”. Non gode solo perché “tutti i pubblicani e i peccatori” si avvicinano a Gesù per ascoltarlo.

Sono io spesso prigioniero della logica dei numeri. Più siamo e più ha senso quello che si fa. Gesù è nella logica dell’uno. Gli interesso io, nella mia carne. Con la mia storia costruita anche su strade che, a chi guarda la superficie, sono “riprovevoli”. Abituato a nascondermi nel mucchio, a confondermi tra i più, non vedo la bellezza dell’incontro personale con il mio Signore. Mi “carica sulle spalle”… per me “spazza la casa”… Sono io che gli interesso. Gli interessa il mio “futuro” più che il mio “passato”. Mi cerca – conoscendo il mio passato e il mio presente – per offrirmi una possibilità di futuro. La storia della salvezza è questa: apre al futuro. Se Gesù “accoglie i peccatori e mangia con loro” non è per giustificare il loro presente e passato, ma per mostrare un futuro. Per chi è abitato a guardare solo, o soprattutto, il passato questo è uno scandalo. Per chi, come il Padre, ama il futuro, è la ragione della vita: “va in cerca finché non la trova”… e, con lei, trova la gioia. È la “festa”, per la vita nuova, che Gesù vuole creare tra noi, con ciascuno di noi come festeggiato.