“… pianse sulla città …” Lc 19,41-44
Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
1 commento:
Cerco la pace. Per me come per chi mi sta attorno. Ma come cercarla e dove? So che il Signore “visita” la vita mia e di ciascuno. Ma come riconoscerne il tempo e la presenza? Come riconoscere il modo in cui il Signore mi raggiunge nelle pieghe della mia esistenza, senza confondere il mio desiderio con la sua reale “visita”? Come rimanere sensibile al suo passaggio amorevole nella mia vita? Tutti interrogativi a cui non so dare risposta. Spesso mi “sento” nella situazione di Gerusalemme: vivo, certo delle mie sicurezze e “pietre imponenti e belle”… vivo senza “guardarmi intorno”, incapace di “riconoscere il tempo” che sto vivendo per scorgere in esso una “visita”. Vivo, da cristiano, senza cercare Colui che mi guarda con amore, perso nel suo desiderio di darmi tutto il suo amore. Vivo chiuso in me e nelle mie faccende, incapace di dare un nome ad ogni lacrima che mi richiama quale sia la via della pace: lasciare attraversare la mia vita da Colui che mi visita. Lasciarmi attraversare dalle sue parole e dai suoi modi di vivere. La via che porta alla pace è segnata dalle “lacrime” di Gesù: lacrime che richiamano al suo desiderio di vita, come le lacrime davanti al sepolcro di Lazzaro. Lacrime che rendono fecondo ogni mio sincero tentativo di ricerca della pace, anche quelli maldestri…
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