mercoledì 16 settembre 2009

Vangelo del giorno 16 settembre

… cocciuto… Lc 7,31-35

A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:

“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,

abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.

È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

1 commento:

GiMI ha detto...

La piccola parabola dei bambini capricciosi seduti in piazza descrive, in maniera pittoresca, quanto succede nella vita: “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.

Non conta né Giovanni Battista, con la sua via ascetica, né Gesù, con la sua via festosa e liberale, per coloro che hanno deciso di disattendere o snobbare il “progetto di Dio”. Coloro che hanno deciso che quanto “sanno”e hanno “da sempre vissuto” basta, e avanza, per un rapporto con il “loro” Dio. Così facendo si corre il rischio, oltre che di “uccidere” i profeti, di stare fuori dal mistero della salvezza. È questo che “fa male” a Gesù: che qualcuno voglia consciamente non partecipare al “gioco” della salvezza. Quel “gioco” che vede come protagonista Dio che non si stanca di offrire la salvezza, e noi che non temiamo di riconoscerne il bisogno.

Per partecipare al “meraviglioso gioco della salvezza” mi viene richiesto solo di riconoscere il mio bisogno di essere amato e di lasciarmi amare in quanto sono. Nel mistero della salvezza mi immergo con la mia vita, con ogni sua parte. La consegno nelle mani di Colui che la ama, la salva. Così facendo mi rialzo, cammino e rendo la mia vita nuova. Come la peccatrice che entra in casa di Simone il fariseo, perdonata perché ama.

Il rischio che corro è quello di sentimi “bastante” a me stesso. So già ogni cosa. So già quanto devo fare. Questa è la più grande sordità e cecità spirituale che mi allontana dalla Sapienza, dal Bene, dall’Amore. Cieco e sordo, seduto in mezzo a una piazza, capace solo di gridare parole al vento. Vuote.

Forse duro, il discorso di Gesù, ma vero, perché viene dal suo cuore ferito dalla cocciutaggine del “fai da te”! Donami il coraggio di entrare nel gioco liberante di Dio, mio Padre.