In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
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1 commento:
Ancora un gesto di misericordia e la gente esclama: “Dio ha visitato il suo popolo”. La visita di Dio è sempre questione di misericordia. Un “cuore che ha pietà” manifesta la presenza di Dio e del suo regno tra noi.
Il “Misericordioso” per eccellenza è Gesù. Lui ha un cuore grande, capace di compassione per la madre e di vicinanza per il figlio. Gesù “tocca la bara”, simbolo della morte, della sconfitta, della fine. Il “Misericordioso” ha compassione sempre e tocca ogni situazione di morte. È la “visita” di Dio a me che partecipo del suo popolo, dell’umanità. Una “visita” che si fa reale nella sua parola ancora oggi. Una visita che si fa carne nelle “visite” dei fratelli. Una “visita” che ogni giorno mi offre la speranza di un nuovo “inizio”. Là dove non esiste speranza Gesù dice “non piangere” alla madre e “alzati” al ragazzo.
Lo dice ancora ogni giorno. La sua parola “consola”, perché si fa compagnia di chi si sente solo e nello stesso tempo rende capace di “mettersi seduto e parlare”, diventare testimoni di speranza. La visita di Dio all’umanità in Gesù è la ragione della speranza. L’ultima parola non è la sconfitta, la morte, il “non c’è più nulla da fare”. L’ultima Parola è Gesù, colui che ha pietà e si fa compagnia di chi è solo. Questo è il mio Signore.
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