Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
1 commento:
Celebriamo oggi la festa liturgica di San Marco. La tradizione ce lo indica – lui collaboratore di Barnaba e Paolo – come discepolo preferito di Simon Pietro, che in una sua lettera chiama “mio figlio” (1Pt 5,13). È l’estensore di uno dei vangeli, che ha un titolo tutto particolare: “Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”.
Racconta una buona notizia: quella di Gesù, il Figlio di Dio, l’inviato da Dio.
Mi pare che tutti abbiamo bisogno di “buone notizie”. Notizie che possono salvare la nostra vita. Renderla piena. Renderla viva, capace di generare vita nuova. Marco, con le sue pagine, offre una “vita”, quella di Gesù, come interpretazione della nostra. Il Figlio di Dio, nel suo vangelo, sarà riconosciuto da un centurione pagano, sotto la croce. Solo lì si rivela la potenza di Dio. Solo lì si rivela il volto di Dio. Solo dal dono totale di sé per amore, fino a morire a sé, ai propri progetti, alle proprie realizzazioni… nasce la vita per altri.
È questa la lezione di Gesù, che Marco raccoglie dalla predicazione di Pietro.
Entrare nella logica del dono totale – cosa che costa fatica – porta ad andare nel mondo, nel mio mondo, correndo il rischio di perdere la vita. A volte vorremmo saper fare “miracoli”. Cambiare la realtà con un tocco di bacchetta magica.
Invece il vangelo di oggi mi manda nella mia realtà che è fatta anche di divisione, di incomprensione, di dolore… per accoglierla e viverla in compagnia di Colui che ha donato la sua vita per me. Mi piace leggere in questo modo l’affermazione di Gesù: “nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”…
Andare. Uscire nel mondo che è la mia vita, il quotidiano, con le sue bellezze e fatiche. Con i suoi rischi. Con la certezza di non essere solo. La buona notizia è che con me, con noi, c’è Gesù Cristo, il crocifisso e risorto per amore.
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